Cinque libri consigliati – e cinque (matematicamente) sconsigliatissimi
07/08/2015 blog

È estate, e anche noi abbiamo scelto di non sottrarci a quella regola non scritta che impone a redazioni culturali e blog letterari di consigliare le letture da ombrellone. Però, ci siamo presi la libertà anche di sconsigliarvi.

Che quest’ultimo proposito sia un po’ superfluo, beh lo riconosciamo. Sappiamo anche che una segnalazione volta a distogliere dalla lettura di un determinato libro funziona sul lettore allo stesso modo in cui funzionano certe operazioni matematiche, in cui due segni negativi danno per prodotto un segno positivo. E noi stessi, a volte, abbiamo letto libri proprio perché fortemente sconsigliati.

Ma facciamo che cominciamo a elencarvi quelli consigliati:

–          XXI secolo, di Paolo Zardi [Neo, 2015]

È la rivelazione italiana dell’anno. Ma non avvicinatevi a questo libro con l’atteggiamento di chi guarda a un outsider. La scrittura di Zardi è matura, chirurgica. La sua narrazione ha il respiro dei grandi scrittori. E Neo è un editore interessantissimo.

–          Marguerite, di Sandra Petrignani [Neri Pozza, 2014]

È una biografia e soprattutto un romanzo. La vita di Marguerite Duras è la materia letteraria più affascinante che la Duras stessa potesse plasmare. Ad ereditare questo patrimonio è una grande scrittrice italiana che ci restituisce un libro meraviglioso.

–          Il paradiso è altrove, di Mario Vargas Llosa [Einaudi, 2003]

Quanti di voi conoscono la nonna di Paul Gauguin? In questo libro la storia di Flora Tristàn e di suo nipote si intrecciano capitolo per capitolo tra America Latina, Europa e Polinesia. La scrittura di Llosa, qui, è eccezionale. I protagonisti resteranno a vagare nella vostra memoria per anni.

–          Titoli di coda, di Petros Markaris [Bompiani, 2014]

Se vi piacciono i gialli è giunto il momento di trasferirvi in Grecia, sulle orme del commissario Kostas Charitos. Ai tempi di Grexit, crisi economica e austerity, il commissario vi porterà a spasso fra le macerie di una politica europea troppo attenta ai conti e poco alle persone.

–          La sonata a Kreutzer, di Lev Tolstoj [Mondadori]

Un classico doveva pur starci, in questa lista. E abbiamo scelto questo magnifico romanzo breve di Tolstoj. Tutto parte da una conversazione in treno. Leggetela, nascondetevi in quel vagone treno sperduto alla periferia di Pietroburgo. Non ve ne pentirete!

 

 

Qui di seguito cinque libri sconsigliati, che proprio non ci va di consigliarveli ma che se il fatto di sconsigliarli inducesse a farli leggere, la cosa non ci dispiacerebbe affatto.

Insomma, – fuori il coniglio dal cilindro! – noi speriamo proprio che questi sconsigli funzionino in modo matematico!

–          A passeggio con John Keats, di Julio Cortàzar [Fazi, 2014]

È il libro più intimo e ambizioso di uno scrittore grandissimo. Scritto per essere pubblicato postumo, perché proprio come Keats avesse il suo riconoscimento solo dopo la morte. L’opera di una vita: 600 pagine in cui perdersi – e ritrovarsi – e perdersi ancora.

–          Il soccombente, di Thomas Bernhard [Adelphi, 1999]

È un vortice allucinante. Un libro lungo una frase – o sarebbe meglio dire il contrario – che vi porterà nelle sale di Salisburgo, accanto a un giovane Glenn Gould che suona e risuona le Variazioni Goldberg. Ma il genio, sempre, richiede il sacrificio di chi gli sta intorno. Il soccombente è il grido del secondo, di chi pur dominando un’arte perfettamente, si vede distrutto dal genio che gli passa accanto. Glenn, in questo caso.

–          L’angelo della storia, di Bruno Arpaia [Guanda, 2001]

Nell’Europa devastata dalla seconda guerra mondiale, le strade di Laureano Mahojo, un rivoluzionario socialista spagnolo, e quelle di Walter Benjamin, intellettuale ebreo in fuga dai nazisti, si incrociano. Uomo d’azione il primo, di pensiero il secondo, sono accomunati da uno stesso destino: la sconfitta. Con una precisa ricostruzione storica, Arpaia restituisce gli ultimi giorni di Benjamin e la sua grandezza intellettuale.

–          In nessuna Patagonia, di Mariano Bàino [Ad est dell’equatore, 2014]

È un escamotage che funziona da sempre: se vuoi parlare della tua terra, parla del luogo più lontano al mondo. Alcuni hanno inventato isole (Tommaso Moro, Campanella) altri hanno guardato ad Oriente (Montesquieu, con Lettere Persiane). Bàino è andato davvero alla fin del mundo, in Patagonia, a confrontarsi con i fantasmi di Chatwin, i miti e le storie di quei luoghi. Fra saggio, riflessione e romanzo, questo libro fugge le catalogazioni facili e declina in modo eccellente tutte le possibilità che la letteratura offre.

–          Purgatorio, di Tomàs Eloy Martìnez [Sur, 2015]

Simon è un desaparecido dal 1976. Dopo dieci anni, sua moglie ha l’impressione di sentire la sua voce in un ristorante degli Stati Uniti. È una storia di ombre che hanno una tremenda materialità e di realtà, che il più delle volte, si nutrono di spazi oscuri e incertezze. È l’amore a dover legare e distruggere, a scindere il vero dal falso e a farsi una ragione all’impossibilità di recuperare il tempo perduto.

Buone letture. Sempre e dappertutto!

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