I migliori romanzi italiani del 2015
30/12/2015 blog

Se dovessimo organizzare un cartone di libri, chiuderlo, azzeccargli un post-it con su scritto 2015 e spedirlo tra i bagagli di letture migliori, noi, questo cartone, lo riempiremmo più o meno così:

Tra gli italiani cominceremmo da Serena Vitale e il suo Il defunto odiava i pettegolezzi. Nell’anno in cui il Nobel è stato assegnato ad una scrittrice di non-fiction, il libro della Vitali è l’esempio perfetto dei mezzi di cui la letteratura dispone per raccontare sé stessa e i suoi protagonisti. Il libro arriva, tra l’altro, vent’anni dopo il capolavoro dell’autrice, Il bottone di Puskin.

Dai cataloghi di tre editori emergenti e meritevoli prendiamo XXI secolo di Paolo Zardi (Neo), di cui già tanto abbiamo parlato, Panorama di Tommaso Pincio (NN editore), vincitore del Premio Sinbad e Dalle Rovine di Luciano Funetta (Tunuè) brillante esordio nella pregevole collana diretta da Vanni Santoni.

Il paese dei coppoloni di Vinicio Capossela (Feltrinelli) ci è piaciuto per la bella ricerca linguistica dell’autore e, in qualche modo, lo associamo a Cade la terra di Carmen Pellegrino (Giunti) per l’ambientazione ai margini della società in un tempo sospeso tra la favola e la realtà.

Il libro di Wanda Marasco, Il genio dell’abbandono (Neri Pozza), merita una menzione per la ricostruzione storica e la forte ispirazione che sorregge tutto l’impianto romanzesco fra biografia e racconto del più noto scultore napoletano, Vincenzo Gemito.

Tra i libri che non ci sono piaciuti o che comunque non hanno risposto alle aspettative di cui li avevamo caricati, due autori Feltrinelli: Maurizio Maggiani, con Il Romanzo della nazione, per la spregiudicata ambizione del titolo a fronte di una narrazione stanca e priva di ispirazioni e Marco Missiroli con il suo Atti osceni in luogo privato, tentativo mal riuscito di una canonizzazione del genere philiprothiano in Italia. (Solo Alessandro Piperno col suo primo romanzo è riuscito fin ora in un intento del genere. Parliamo di Con le peggiori intenzioni, datato 2006).

Non abbiamo ancora letto – e ci proponiamo di farlo quanto prima – Non luogo a procedere di Claudio Magris (Garzanti).

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