Comment da MARIA - Wednesday October 26th, 2016 alle 07:24 PM
C’è da considerare a mio parere il fatto che in Kafka l’ebraicità (filo conduttore di tutti i suoi scritti) viene avvertita come una sorta d’incognita il cui peso ricade sull’esistenza individuale quale segno di elezione e che si traduce come ricerca di un’espressione di senso enigmatica. Ecco allora che si spiega come Kafka nel manifestare un mondo sempre interiore lo arricchisce continuamente dei cosiddetti “fantasmi del subconscio”, fantasmi della mente dei “tanti nessuno” che abitano e agiscono in un mondo che sprofonda sempre più nell’insensatezza e, per dirla con l’aggettivo riportato nel titolo del’articolo, nell’assurdo.
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C’è da considerare a mio parere il fatto che in Kafka l’ebraicità (filo conduttore di tutti i suoi scritti) viene avvertita come una sorta d’incognita il cui peso ricade sull’esistenza individuale quale segno di elezione e che si traduce come ricerca di un’espressione di senso enigmatica. Ecco allora che si spiega come Kafka nel manifestare un mondo sempre interiore lo arricchisce continuamente dei cosiddetti “fantasmi del subconscio”, fantasmi della mente dei “tanti nessuno” che abitano e agiscono in un mondo che sprofonda sempre più nell’insensatezza e, per dirla con l’aggettivo riportato nel titolo del’articolo, nell’assurdo.